Ci sono luoghi che per qualche ragione ti entrano dentro e diventano tuoi; li conosci, ma ogni volta, insieme al loro tipico sapore, ti regalano qualcosa di nuovo; ti si presentano in testa improvvisamente nel bel mezzo di una giornata qualunque e non puoi fare a meno di provare nostalgia; uno di questi luoghi dell'anima è per me il Lago di Garda, precisamente una località tra Moniga e Manerba.
Lì andavo in vacanza da piccola; verso gli otto anni ho capito cosa voleva dire andarsene da casa per due settimane che sembravano un’infinità tanto era diversa la vita che sperimentavo in quel periodo. Fino ad allora le mie domeniche e le mie vacanze erano piacevoli e tranquille giornate per lo più a casa; mio papà ha ancora la fobia delle code e mia mamma non ha mai avuto un gran desiderio di girare il mondo. Non so cosa abbia fatto scattare in loro la decisione di andare via per ben due settimane, ma le interminabili discussioni nel caricare la macchina la sera prima della partenza mi agitavano come la notte di Santa Lucia… e per i successivi dieci anni, la notte della vigilia della vacanza non ho mai dormito più di 4 ore, eccitata com’ero da quel che mi aspettava.
Niente di straordinario, per la verità: un bungalow in un campeggio in riva al lago con la piscina, la pizzeria e qualche piccola iniziativa di animazione.
Ma per me lì era il luogo in cui tutti vivevano in case piccolissime e si vestivano solo di costumi da bagno, grassi o magri, giovani o vecchi; dove mio papà russava senza problemi nella veranda del bungalow con i tedeschi che passavano divertiti; dove a ferragosto si chiudeva l’acqua dei rubinetti e tutti, ma proprio tutti dovevano andare nel lago a farsi i gavettoni; dove potevo vedere mio papà e mia mamma giocare insieme a prendere a morsi una mela appesa, o a fare la caccia al tesoro con gli altri villeggianti, o ancora impegnati in lunghissimi tornei di scala40 con i miei zii.
Lì io vivevo solo per:
- andare in piscina a far la scema con mia cugina e mia sorella;
- organizzare attività con la mia compagnia, tipo raccogliere more e offrirle a tutti i nostri genitori alla sera; cucinare crepes con la nutella ed altre schifezze per merenda; o ancora andare a vedere le stelle cadenti in riva al lago;
- obbligare i miei genitori e zii a vestirsi bene la sera per andare in qualche paese lì intorno a vedere mercatini o mostre di qualche artista locale.
Quel periodo assolutamente spensierato si è costruito una piccola casa dentro di me, e lì abita tuttora; è il mio buen ritiro, è dove vado a cercare e ritrovo sempre ciò che quelle vacanze di bambina mi hanno insegnato: la volontà di non sprecare il tempo ma di renderlo pacificamente utile, la voglia di esplorare strade e cose nuove, la ricerca dell’equilibrio tra l’essenziale e il superfluo, l’attenzione alla natura, alla sua varietà, ai suoi tempi.
Ogni volta che torno al Lago di Garda, anche se il campeggio non è più quello e sono cambiate tante cose, riconosco strade, paesaggi, sentieri e sento che in qualche modo mi appartengono. Quell’ambiente ha saputo mantenere un antico sapore di storia e di natura nonostante i mille residence che continuano a costruire. Quei cipressi e quelle colline sanno di olio e di vino, di guerre e di leggende antiche, di terra umida ed erba seccata al sole; e per me, anche della mia infanzia e delle storie dell’orrore che gli adulti ci raccontavano nelle scure sere a passeggiare tra i campi e che ancora ci ricordiamo.
Lo scorso weekend sono tornata proprio lì, in tenda, ma mi sono dimenticata la macchina fotografica... così ho rovistato nel cassetto delle fotografie a casa dei miei e... ho raccolto una carrellata di foto vintage di quelle estati. Degne di nota le mise, le pettinature e gli oggetti anni ‘80/’90…
E voi, quali sono i vostri luoghi dell’anima?
ENGLISH TEXT
There are places that for some reason come in your heart and get yours; you know them, but each time, along with their traditional flavor, they give you something new; they suddenly come in your head in the middle of an ordinary day and you can’t feel anything but nostalgia; one of these “soul places” for me is GardaLake , precisely a location between Moniga and Manerba.
When I was a child I went there on holiday with my parents and uncles; I was eightwhen I learned what it means leaving home for two weeks that seemed endless time such different was my life in that period. Until then my Sundays and my holidays were nice and quiet days mostly at home; my dad still has a phobia of queues and my mom never had a great desire to travel. I do not know why they decided to go away for two weeks, but the endless discussions loading the car the night before departure stirred me like the night of Saint Lucia and ... for the next ten years, the night of eve of the holiday I never slept more than 4 hours, as I was excited from what I expected.
Nothing special, really: a bungalow at a campsite near the lake with the pool, pizzeria, and some small animation.
But for me there was the place where everyone lived in small houses and wore only bathing suits, fat or thin, young or old; where my dad snored without shame in the veranda of the bungalow with the Germans who passed enjoyed; where at Ferragosto the water taps were shutted and everyone had to go into the lake to get gavettoni; where I could see my dad and my mom play together biting an hanging apple , or make a treasure hunt with other vacationers, or engaged in long tournaments playing cards with my uncles.
My life there was only:
- To do the fool in the swimming pool with my cousin and my sister;
- Organizing activities with my friends, such as collecting berries and offer them to all our parents in the evening, cooking crepes with Nutella and other junk food, or even looking for falling stars;
- Oblige my parents and uncles to dress well in the evening to go to some market or exhibition of some local artist.
That absolutely carefree period has built a small house into myself, and still lives there; in this place I can find what those holidays as a child taught to me: the desire not to waste time but to make it useful in peace, the desire to explore new ways and new things, the search for balance between the essential and the superfluous, the care for nature, its variety, its time.
Every time I come to Lake Garda, even if the camp is no more the same and some many things changed, I recognize the streets, landscapes, trails and feel that somehow they belong to me. That environment has retained a flavor of ancient history and nature in spite of the thousands residences that have been built. Those cypresses and the hills have a scent of olive oil and wine, of wars and ancient legends, of damp earth and grass dried in the sun, and for me, of my childhood and the horror stories that adults tell us in the dark nights walking the fields and that we still remember.
Last weekend I went back there, in tent, but I forgot the camera ... so I rummaged in the drawer of pictures of my parents and. .. I collected a gallery of vintage photos of those summers. Worth mentioning the ‘80s and ‘90s outfits, the hairstyles and articles ...
And you, what are your soul places?