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mercoledì 5 agosto 2020

Mascherine La.daridari

In questi mesi così pesanti e difficili per tante persone, il mio lavoro è fiorito grazie a un oggetto tipico di questo periodo: la mascherina, che odiata o subita è stata comunque necessaria per tutti noi, almeno in certe situazioni.

Non ne ho parlato qui sul blog, perché per me è stata una decisione molto combattuta quella di metterle in vendita: io sono di Bergamo, città tristemente nota nel periodo dell'emergenza, e non mi sarebbe piaciuto passare per quella che specula sulla sofferenza che ci ha travolto.

Fare delle mascherine per me è stata innanzitutto un'esigenza personale: quella di realizzarne alcune per i miei bambini e per la mia famiglia; un'esigenza che ho sentito potente quando è stato possibile uscire dalla nostra tana, a maggio, anche se impauriti.
Non volevo nemmeno venderle per la verità: sono stati degli amici a cominciare a chiedermi di realizzarle anche per loro, poi il passaparola ha fatto il resto.

Inizialmente ho deciso di venderle solo localmente, perché mi faceva piacere che chi le avrebbe usate era in qualche modo collegato al mio territorio così provato e a persone che avevano sofferto quanto me, e anche di più. Nei mesi più bui ho sentito fortissimo il bisogno di rendere tangibile quei legami che ci venivano negati per cause di forza maggiore, e lavorare la stoffa che poi sarebbe stata in mano e sul viso di altre persone era una sorta di prolungamento delle braccia, una specie di abbraccio a distanza.

Al momento della ripartenza, a maggio, ho capito che anche io potevo contribuire a renderla un po' più leggera, un po' più colorata.
Le mascherine che produco non riempiono il piatto di nessuno che sia in difficoltà, non restituiscono le persone che sono state perse. Ma ho capito che  tutti abbiamo bisogno di vivere in questo nuovo mondo così instabile sentendoci protetti, cercando piccole cose che ci diano positività.

E qui entrano in gioco le stampe che realizzo sui tessuti, normalmente destinate alla casa e agli accessori.
Quelle stampe, quei colori, possono esprimere quello che siamo, ci aiutano a dire che siamo ancora noi, oppure no, siamo cambiati. Ma messe lì, sulla faccia, sostituiscono il sorriso che rimane nascosto dietro la mascherina, supportano le parole che rimangono ostacolate da un dispositivo necessario ma un po' invadente.
Ecco perché le "mie" mascherine sono tutte stampate a mano, una per una. Perché le posso fare del colore che più ti somiglia, metterci le iniziali della persona a cui le regalerai, far diventare il tuo bambino l'animale che più gli piace.


C'è chi si sentiva figlia dei fiori e me ne ha chiesta una in stile Seventies, mio figlio piccolo ha voluto una serie sui felini, famiglie tutte animalesche o super tifose…

Le mascherine sono tutte in cotone o lino stampato a mano, foderate all'interno con cotone non sbiancato e disponibili in due taglie (adulto e bambino); hanno una tasca per inserire un eventuale filtro e gli elastici regolabili con un semplice nodino.
Si possono lavare ripetutamente a 30°C in lavatrice, ma non sono dispositivi medici: la loro funzione è quella di evitare di diffondere goccioline di saliva, sono quindi adatte per un uso non intensivo.

Adesso che è estate e la situazione si è calmata, almeno in Italia, le dobbiamo usare solo nei luoghi chiusi o con tanta gente. Ma come saranno i prossimi mesi non lo sappiamo; penso alla scuola, a quando farà freddo e non potremo stare fuori attorno ad un tavolo vedendoci sorridere seppure da un metro di distanza.
Questa cosa del distanziamento sociale mi fa soffrire molto, avrei voglia di abbracciare tante di quelle persone, baciare i miei nipoti e i miei genitori…

Se sarà necessario usare la mascherina, che almeno sia uno strumento di espressione e comunicazione, un oggetto identitario che parli di noi, di chi c'è lì dietro… insomma che non sia tanto una barriera quanto un accessorio, come un paio di occhiali o un bel rossetto.

Con questo spirito positivo ho deciso di parlare delle mascherine anche qui sul blog, per raccontare che un prodotto artigianale non nasce quasi mai dalla sola voglia di guadagnare, ma anzi spesso e volentieri da esigenze e sentimenti vissuti in prima persona. E’ questo coinvolgimento emotivo che fa la differenza, perché si sente e si vede l’amore e la cura con cui ogni singolo pezzo viene realizzato.

Se sei interessata/o alle mascherine scrivimi una mail a info@ladaridari.com;  potrai indicarmi quale preferisci tra quelle delle foto, o richiederne una tutta tua.

domenica 20 luglio 2014

Un'altra Blusa

Io adoro i vestitini, ma quest'anno non li posso indossare perché allatto al seno Paolo e dovrei denudarmi ogni volta. Quindi ho bisogno di vestirmi "spezzata".

Mia mamma mi ha regalato una blusa in un bellissimo tessuto fantasia, con le maniche a kimono. Volevo replicare il modello, e ho trovato un vecchio Burda che ne proponeva uno simile (era un vestito, ma io l'ho tagliato).

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Questo il primo tentativo, con lo stesso tessuto bianco di questo post è le righine blu anziché gialle.

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Il modello di Burda era in jersey, ma io ho usato un tessuto non elastico; risulta un po' stretto, quindi la prossima volta userò una taglia in più.

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Davanti...

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... E dietro.

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E vi presento anche il mio aiutante Paolo, che stufo dei miei autoscatti ha reclamato la sua presenza almeno in una foto!

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domenica 13 luglio 2014

Qualcosa per me

Io cucio, cucio, cucio per gli altri.
Per la loro casa, la loro cucina, per i miei bimbi, per i bimbi degli altri.
Ma per me realizzo raramente qualcosa. In questo periodo, nonostante sia ancora in congedo di maternità e quindi spesso a casa, ho voglia di curare un po' il mio aspetto. Di riprenderlo in mano dopo la gravidanza e i primi mesi di Paolo; nonostante il poco tempo a disposizione e concentrandomi su risultati a breve termine.

Già, perchè se consideriamo il nostro aspetto VESTITI è una cosa, in costume è un altro paio di maniche (ahahah, letteralmente!). E data la mia scarsa propensione allo sport e gli effetti devastanti della gravidanza sui miei addominali ho bisogno di qualcosa di easy che mi faccia sentire a posto in un batter d'occhio, coprendo i punti critici.
In mio aiuto è arrivato questo tutorial di ThePurlBee, per una blusa lineare fatta di rettangoli.

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Il modello è molto ben rifinito. Ho usato un tessuto bianco con piccoli fiorellini ricamati che mi ha regalato mia mamma in gran quantità, e uno scampolo di cotone a righine bianche e gialle.

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Dettaglio della manica indossata.

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Ho anche imparato a fare gli spacchetti laterali!

simple blouse

Mi piace la linearità pulita di questo modello.
Sto pensando di realizzarne tantissimi, per rifarmi il guardaroba a costo zero ma ad originalità mille!

lunedì 20 febbraio 2012

Maternity Dress

La gravidanza ha spiazzato completamente la mia capacità di fare shopping. Ancor prima di decidere cosa mi servirà davvero per il bimbo, è già difficile capire quello di cui ho bisogno IO; tanto per dire, se non fosse per mia sorella che mi ha prestato i suoi pantaloni premaman sarei in giro in mutande da due mesi a questa parte.

Non riesco più a capire che cosa mi sta bene e cosa mi fa sembrare un vagone merci. E non ditemi che bastano un paio di leggings e un vestitino sopra e sono a posto: non è vero!! I leggings delle taglie in più mi sono larghi sulle gambe… infilateli voi negli stivali! E i vestitini diventano cortissimi sul davanti (e vabbè, anche sul dietro, diciamolo) e se mi metto una L anzichè la mia solita S mi vengono due spalle da fare invidia a Mazinga!
Chissà com’è che tutte le altre panzute del mondo stanno benissimo con i leggings e i vestitini… boh!?

Così alla fine ho deciso di farmene uno io, di vestitino, con del jersey a righe che avevo acquistato tempo fa.

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Lo so che le righe orizzontali ingrossano, ma mi piace come segnano il pancione, come se fossero i paralleli sul globo terrestre…

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Il modello è una casacca di Burda, che ho allungato un po’; ho calcolato due taglie in più, ma poi ho dovuto stringere molto sui lati (e con 9 chili messi su son soddisfazioni…)

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Un paio di dettagli sullo scollo e le pieghe sopra il seno

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… e alcune viste d’insieme…

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Mi piace giocare allo specchio: di fronte sono solo un po’ ingrossata sui lati… ma appena mi giro di profilo viene fuori un cocomero di pancione!

venerdì 4 marzo 2011

Kimono

Ricordate i kimono che avevo realizzato per alcuni bimbi, su modello di Habitual?
Ebbene, hanno conquistato anche Assunta, una carissima collega di lavoro, che me ne ha commissionati due... per lei! La prima versione che ho realizzato era per l'estate, e ho ingrandito in tutto e per tutto il modello citato prima; il modello calzava ed aveva le giuste dimensioni, ma era un po' troppo... quadrato per le forme di una persona adulta, e Assunta lo trova perfetto per stare in casa in relax. E qui viene il bello: mi chiede una versione invernale, da indossare sopra dolcevita e magliette a maniche lunghe...

Cerca che ti ricerca, prendi un pezzo di qua, uno di là, un po' vai di testa tua, taglia, cuci, disfa, ricuci, prova e riprova... dopo un bel po' di tentativi ce l'ho fatta!!

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Ho mescolato la parte sopra di un vestito a kimono visto su Burda, eliminando la parte che avvolgeva tutta la figura e mantenendo solo quella davanti; ho preso come riferimento le proporzioni del modello del kimono quadrato; sono andata ad occhio per alcuni piccoli adattamenti intorno al punto vita.

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Ho utilizzato del tessuto di pura lana, morbido e blu... con uno sbieco naif in cotone.

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Quasi quasi ne faccio anche uno per me... e qualcuno da mettere su Etsy!

ENGLISH TEXT

Remember the kimonos I made for some children, using Habitual's the pattern?
Well, they conquered Assunta, a dear colleague, who ordered two of them ... for her!

The first version I made was for the summer, and I zoomed in all the pattern mentioned above, it wore and had the right dimensions, but it was a bit 'too much ... "square" for an adult shape, and for Assunta is perfect for her moments to relax. And here comes the fun part: she asked a winter version, to be worn over turtlenecks and long-sleeved shirts ...

Looking forward, take a piece here, one there, a little going to your head, cut, stitch, discard, repair, trial and error ... after some attempts I've done it!

I mixed the upper part of a kimono-style dress seen on Burda, eliminating the part that wrapped around the body, and keeping only the one in front, I took as reference the proportions of the square pattern, I trusted my eye for some small adjustments around the life.

I used a pure wool fabric, soft and blue... with a funny border in cotton.
I could make one for me and some other to put in my Etsy shop!

domenica 30 gennaio 2011

Mutandine

Vedendo mia sorella alle prese con i dubbi e le difficoltà tipiche di una neomamma mi è venuta voglia di realizzare qualcosa che rendesse più divertente il cambio del pannolino e che la aiutasse ad organizzarsi tra i milioni di cose da fare.

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Cosa non facile: una poltiglia color senape e puzzosa, accompagnata da allegri zampilli per otto volte al giorno (senza contare le altre cose!) renderebbero nervoso anche il più bravo dei buddhisti sull'orlo del Nirvana

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Così per Natale ho regalato un set di 7 mutandine in cotone naturale acquistate al supermercato, e ho stampato sul sederino il nome di ogni giorno della settimana, più una ottava per i casi di emergenza...

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Le ho arrotolate come degli involtini per fare la confezione regalo

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Personalmente partecipo volentieri a qualche operazione di cambio in qualità di clown: cerco di intrattenere il bimbo con suoni e storielle, e sto diventando piuttosto brava a inventarmi canzoncine su due piedi!

lunedì 17 gennaio 2011

Felt Slippers

Un altro regalo, stavolta da parte di mia sorella per due carissime amiche: pantofole in feltro.
Le voleva con gli stessi colori, ma alternati.

Ho modificato leggermente un modello di Martha Stewart, e ho pensato a come realizzarle senza l’Heat’n’Bond, la teletta biadesiva (come suggeriva il suo tutorial), che in Italia si trova solo a prezzi esorbitanti e a farla arrivare dagli tati Uniti non c'era abbastanza tempo, dato che dovevano essere pronte prima di dicembre.

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Ho lavorato soprattutto a mano, a punto festone; mi sono inventata un disegno sulla punta del piede, ritagliandolo dallo strato superiore.

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Per isolare dal freddo del pavimento ho inserito una soletta tra i due strati della suola, di quelle che si mettono do solito nelle scarpe; e per non far scivolare, ho incollato alla suola della gomma crepla, ricavata da alcune tovagliette all'americana.

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Come sempre ne ho testato un paio fatte come prototipo prima di realizzare quelle definitive, e non l’ho più mollato… così ora giro per casa con una pantofola diversa dall’altra, ma ugualmente comode!

martedì 26 ottobre 2010

Little Dress

Alla festa del paese, a settembre, c’è sempre il mercatino dell’usato che raccoglie fondi per l’oratorio. Negli ultimi due anni ho trovato cose davvero interessanti a due-tre euro: vestiti vintage originali degli anni ‘80 ancora nuovi, qualche oggetto di modernariato e una cassa di CD che il negozio di musica del quartiere, che ha chiuso qualche tempo fa, ha donato (io ne ho comprati una quindicina…)

Quest’anno c’era una valigia traboccante di scampoli! E ho trovato questo jersey anni ‘70 che mi piace un sacco.

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Ho unito i due pezzi che ho acquistato perchè per fare un vestito erano troppo piccoli presi singolarmente, e ho fatto in modo che la cucitura di giunzione cadesse sui fianchi.

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Ho preso a modello un mio vestitino già usato per questo post. Ho poi aggiunto un bordino in raso nero attorno allo scollo, che ho voluto fare un po’ più profondo.

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Un inchino e me ne vò… ciao!

finale

ENGLISH TEXT

At my town fair in September, there is always the flea market that raises funds for the oratory. In the past two years I found really interesting things at two or three euro: original '80s vintage clothing still new, some object of modernism and a box of CDs of the neighborhood music store, which closed some time ago (I bought a fortnight ...)
This year there was a suitcase full of scraps! And I found this '70s jersey that I like a lot.
I joined the two pieces that I bought because they were too small individually for a dress, and I made sure that the seam falls on my hips.

I used for my dress a model already used for this post. Then I added a black satin piping around the neck, which I wanted to make a little 'deeper.
A bow and I'm off ... bye!

sabato 6 febbraio 2010

Per Arianna ed Eleonora

Mia cugina Cristina, con cui ho trascorso delle divertentissime e indimenticabili vacanze d’infanzia al Lago di Garda è oggi mamma di due bambine bellissime, Arianna (2 anni) ed Eleonora (1 mese).

Ho voluto regalare loro due casacchine a kimono da portare in primavera, e ho scelto questa stoffa di cotone per i suoi toni delicati e femminili.

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Di petali delicati ti avvolga in un abbraccio,
e primavera sia sempre per te in questo lungo viaggio.

sabato 30 gennaio 2010

Anemoni

Questa settimana grigia e bigia mi ha messo una voglia di colori e primavera tale che ieri non ho resistito a questo mazzolino di anemoni, fiori strani con il loro centro nero, ma con petali dai colori e dalle sfumature stupende.

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E sempre in tema di fiori è il mio primo esperimento con il jersey: una maxi-canotta da portare con i leggings (se mai ne avrò il coraggio)

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Il jersey a microfiorellini viene sempre dalla mamma di Giorgio… dalle cuciture che aveva suppongo sia un ex-gonna di qualche zia.

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PS: Chi di voi ha rivisto l’altra sera Il favoloso mondo di Amelie su La7? Io me lo sono gustato dall’inizio alla fine, come sempre… non mi stancherà mai, quel film!

Buon weekend!

giovedì 5 novembre 2009

Lounge Pants

Sono convinta che anche l’uomo dovrebbe andare in letargo, d’inverno. Non per chissà quanto tempo, solo quel tanto che basta per rallentare il ritmo, così come fa la natura normalmente in questa stagione.

E a proposito di serate-in-cui-si-sta-in-letargo-al-calduccio-nella-propria-tana (per me: la poltrona della nonna) mi sono fatta un paio di Lounge Pants dal libro Sewing Green di Betz White.

Che attenzione: suona molto meglio e figo dire Lounge Pants piuttosto che braghe-del-pigiama o tenuta-da-stravacco-totale o anche quello-che-metto-in-casa.

Decisamente.

Lounge Pants è tutta un’altra cosa.

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Comunque, sono stati ricavati da lenzuola comprate per 5 euro 5 all’Ikea e da un ritaglio di stoffa che avevo in casa.

Comodissimi! YYYAAAWWNN

–sbadiglia a bocca piena e si appisola felice-

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