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lunedì 28 gennaio 2019

Dal Fruttivendolo/2

Gli ortaggi dell’inverno sono ruvidi e duri come il clima di questa stagione. Serve calore e pazienza per ammorbidirli.

Il cavolo nero, così rugoso e scuro, per me è un po’ l’anziano delle verdure. Con la sua costa dura e le foglie carnose, deve cuocere molto… ma che soddisfazione il suo sapore!
Un vero concentrato di esperienza e di sostanza, come il più ruvido dei nonni.

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lunedì 14 gennaio 2019

Cambiare Sguardo–Pois

Chi di noi non ha necessità, ogni tanto, di sistemare qualche guaio o reinventare alcuni aspetti di se stessi o della propria vita? Soprattutto a gennaio, con il nuovo anno, non ti viene voglia di sistemare le cose?

Il libro di questo post illustra una storia semplicissima e senza parole, con una grafica molto essenziale e dei colori accesi ed energizzanti.

Si chiama Pois, di Cristina Bazzoni.

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Non potevo non sceglierlo per l’incipit alla macchina da cucire…con quelle texture dei rotoli di tessuto mi ha conquistato subito!

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Che cosa succederà ai pois che cadono dal vestito? Che cosa ne farà il cagnolino? Sicuramente, lui e la sua padrona troveranno un nuovo posto per loro, sempre bello e colorato come queste prime pagine.

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E tu, che cosa ne faresti dei tuoi pois caduti a terra? Ti auguro di trovare il modo di reinventarli e metterli al posto giusto.

lunedì 7 gennaio 2019

2019 l’anno del FOCUS

Ho sempre pensato che scegliere una parola guida ad inizio anno sia un bel modo per aiutarsi nelle decisioni e nei buoni propositi, ma non l’ho mai fatto perché arrivavo sempre all'ultimo; invece penso sia importante poter scegliere questa parola ascoltandosi e dando voce ai propri pensieri e desideri.

Grazie alle riflessioni sui cambiamenti affrontati nel 2018, questa volta sono riuscita a trovare nel giusto tempo la mia parola guida per il 2019: FOCUS.
Sarà un obiettivo e un mantra che mi accompagnerà soprattutto nel mio quotidiano lavorativo.

Voglio focalizzare qual è il punto di forza del mio brand e lavorarci sopra, per essere più identificabile e parlare in modo chiaro alle persone che possono avere bisogno dei miei prodotti.
Voglio poter descrivere quello che faccio in poche semplici parole, senza il preambolo del licenziamento. Adesso faccio questo, il passato mi ha dato tanto ma è al futuro che voglio rivolgermi, quindi voglio che si capisca al volo qual è ora il mio lavoro.
Voglio mettere a fuoco quello che di originale posso dare nella mia collaborazione con CasaFacile per metterlo a disposizione di moltissime persone e rendere giustizia alle possibilità che questa opportunità mi può dare.
Voglio sistemare il laboratorio perché possa accogliere clienti e corsi creativi.
Voglio rimanere concentrata sui miei obiettivi senza disperdere le energie come faccio di solito.

E’ una parola che parte dalle mie esigenze lavorative e apparentemente non investe altri ambiti della vita. Ma sono sicura che rafforzare la mia identità creativa mi darà certamente nuova forza in tanti altri aspetti.

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Vorrei che mi aiutasse a mettere dei paletti dove serve, a sforzarmi di non usare il cellulare mentre sto coi bambini, ad educarmi a un multitasking consapevole, a finire quello che ho iniziato e a non piantarlo a metà.

La vedo anche come una forma di rispetto verso tutte quelle persone che sono interessate a quello che faccio e che potenzialmente, ma non necessariamente, potrebbero diventare clienti: per far capire che cosa posso fare per loro, senza far perdere tempo, ma al contrario stimolando idee. Perché possano trovare quali riferimenti e valori condividiamo e su questi poter impostare un dialogo e uno scambio di idee che porti ad un rapporto che va oltre al semplice acquisto di un prodotto. Dopotutto, è proprio il rapporto con una persona che contraddistingue il fare artigiano, ed è proprio questo che mi dà tantissimo slancio e soddisfazione.

E tu, hai scelto la tua parola dell’anno 2019?

venerdì 4 gennaio 2019

Ciao 2018, sei stato un anno importante

Anno nuovo: tempo di bilanci e nuovi propositi.

Il 2018 è stato l’anno della svolta. Ho mollato il mio lavoro sicuro per cercare una dimensione lavorativa che rispondesse maggiormente sia alle esigenze di famiglia ma soprattutto alle mie aspirazioni personali. Come è cambiata la mia vita da quella scelta?

Sinceramente, non tornerei indietro per tutto l’oro del mondo! Ci sono aspetti da migliorare, anche di molto volendo, ma a livello emotivo e personale mi sento rinata.

Uno dei passi positivi più importanti sta nel poter gestire il tempo tra lavoro e famiglia in modo elastico e senza sensi di colpa verso datori di lavoro e nonni baby sitter. Se ci sono bimbi malati, riunioni a scuola, brutti imprevisti o belle sorprese posso quasi sempre modificare l’orario, il luogo o il tipo di lavoro da svolgere per rimanere al passo con quanto organizzato e allo stesso tempo vivere pienamente quella parte della vita che è il “non lavoro” ma è altrettanto importante, se non di più. Se la situazione si fa complessa, posso chiedere aiuto a mio marito o ai miei genitori, ma sono casi sporadici ed è più facile ottenere consensi rispetto a quando l’aiuto è una routine e occupa molto più tempo.

L’altro aspetto che è cambiato molto sono le mie relazioni interpersonali. Sono una persona che parla molto, ma inizialmente sono sempre timida e non mi lancio facilmente. Adesso però ho la possibilità di concedere agli incontri quotidiani una parola in più, qualche istante di calma che non ha tardato a dare i suoi frutti: nuove amicizie, chiacchierate interessanti con persone insospettabili, offerte di collaborazioni e nuovi clienti, la bellezza di salutare sempre qualcuno quando si esce di casa. Ora sono meno timida e sento di avere un posto nel mondo al di là del lavoro che faccio, che era una delle cose che più mi spaventava di perdere licenziandomi.

Certo ci sono aspetti ampiamente migliorabili, come ad esempio quello economico di guadagno e di apporto al bilancio familiare. Sento forte il desiderio di mettermi in regola per dare un’immagine più professionale e non sembrare una pazza in crisi di mezza età che si è messa a fare lavoretti a caso. Ammetto che a volte lavorare in solitaria è pesante e soffro un po’ di solitudine, specialmente per quanto riguarda il confronto in fase progettuale.
Infine, la cosa che più mi dispiace, è quella di percepire la fatica di mio marito che appoggiando la mia scelta ha anche accettato di mettersi sulle spalle un grosso peso di responsabilità nei nostri confronti; anche lui sta cercando di far funzionare lo studio di progettazione di cui è socio, e la cosa non è sempre facile; spero di poterlo alleggerire e sostenere come lui sta facendo con me, nel suo modo burbero ma leale.

Con questa nuova consapevolezza voglio affrontare il 2019 con energia e obiettività. Ho scelto la mia parola dell’anno, e te la racconterò nel prossimo post.

Condivido anche qui il mio #bestnine2018, dove si possono vedere alcuni dei frutti più belli nati in questo 2018 di rilancio: gli zainetti, i tessuti dipinti, la collaborazione con CasaFacile, il mio laboratorio che vorrei presentarti prossimamente.

la.daridari

E questo periodo di passaggio dal 2018 al 2019… com'è per te?
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