Una delle prime cose che ho fatto dopo essermi licenziata è stata iscrivermi al corso Germogli di Gioia Gottini, in cui l'obiettivo è trovare un'idea business che funziona, tagliata sulla tua personalità e sulle tue competenze.
Non l'ho ancora terminato, perché è un percorso che man mano focalizza sempre di più gli obiettivi e stringe il campo su cui lavorare, e trasformare i sogni e le idee in punti concreti non è sempre facile, anche se necessario.
Ma il lavoro che propone già nella prima settimana mi ha messo in discussione profondamente, mi ha fatto dare risposte a domande che non mi facevo da quando scrivevo sulla mia Smemoranda al liceo.
E ho constatato che uno dei miei tratti più caratteristici è l'essenzialità.
Essere essenziale per me è un valore positivo, perché lo intendo non come una privazione o il perseguire la sufficienza, ma come la ricerca di un equilibrio e di una completezza che danno senso e valore a una cosa o a un'esperienza.
Vorrei comunicare questo modo di essere e questo senso di essenzialità nei miei prodotti, perché credo che sia un tratto che possa distinguere e caratterizzare il mio lavoro.
Ci sono diversi modi in cui ho perseguito o ho ricercato l'essenzialità in passato, ma me ne sono resa conto solo ora:
- amo le vacanze in campeggio: il concetto di "casa" si riduce ad avere un telo attorno al proprio letto e sopra la testa, come tetto; questo non vuol dire privarsi necessariamente della comodità o dello spazio, semplicemente ci si chiede che cosa deve essere essenziale nella propria tenda per vivere appieno la vacanza che si aveva in mente, senza per forza avere una serie di benefit o comfort magari superflui in quel particolare viaggio.
- amo le vacanze itineranti: bisogna essere leggeri per viaggiare liberi... si prende giusto l'essenziale, possibilmente qualcosa da utilizzare in modo flessibile e in più occasioni, ci si ingegna... Viaggiare in questo modo mi regala un grandissimo senso di libertà.
- amo i libri per i bambini, specialmente quelli che propongono attività: i bambini hanno una soglia di attenzione piuttosto breve, e hanno ancora poche conoscenze: si deve andare dritto al sodo e rendere facilmente fruibile l'attività.
- ho una laurea in disegno industriale: ho imparato ad indagare il rapporto tra forma e funzione di un oggetto, e rispondere a determinate esigenze attraverso un progetto, trovando il modo più economico ed efficiente di produrlo garantendone la qualità estetica e funzionale.
- negli acquisti di famiglia cerchiamo la giusta soglia di soddisfazione al prezzo che ci sembra etico e ragionevole. Non ci interessa ostentare attraverso il possesso, non pagheremmo mai migliaia di euro una borsa solo perché è firmata, non compreremmo un modello di TV che offra più di quello che ci serve soltanto perché è l'ultimo uscito sul mercato.
- il mio rapporto con la fede è costruito sul senso e non sul rito. Il senso è ciò che ricerco sempre... Se ho dei dubbi vado alla radice e non mi faccio influenzare da interpretazioni successive, cercandone una personale che possa darmi una risposta. Per il resto, se trovo che un certo rito o tradizione abbia ancora senso, allora ok, lo pratico con gioia; altrimenti evito, senza sensi di colpa né timore dei giudizi altrui.
- sono bergamasca: il pragmatismo di questa terra fa parte di me. Nel nostro dialetto ci sono parole formate da una sola lettera ("ì" vuol dire vino, ad esempio). Più essenziale di così non si può.
Probabilmente ci sono ancora tanti altri ambiti che mi collegano a questo valore.
Mi piacerebbe condividerli qui su blog, magari creando delle rubriche, o approfondendone alcuni.
Penso che faccia bene a me per rendere sempre più autentico il mio lavoro, e a chi mi segue per conoscermi e magari riconoscersi...