In questi mesi così pesanti e difficili per tante persone, il mio lavoro è fiorito grazie a un oggetto tipico di questo periodo: la mascherina, che odiata o subita è stata comunque necessaria per tutti noi, almeno in certe situazioni.
Non ne ho parlato qui sul blog, perché per me è stata una decisione molto combattuta quella di metterle in vendita: io sono di Bergamo, città tristemente nota nel periodo dell'emergenza, e non mi sarebbe piaciuto passare per quella che specula sulla sofferenza che ci ha travolto.
Fare delle mascherine per me è stata innanzitutto un'esigenza personale: quella di realizzarne alcune per i miei bambini e per la mia famiglia; un'esigenza che ho sentito potente quando è stato possibile uscire dalla nostra tana, a maggio, anche se impauriti.
Non volevo nemmeno venderle per la verità: sono stati degli amici a cominciare a chiedermi di realizzarle anche per loro, poi il passaparola ha fatto il resto.
Inizialmente ho deciso di venderle solo localmente, perché mi faceva piacere che chi le avrebbe usate era in qualche modo collegato al mio territorio così provato e a persone che avevano sofferto quanto me, e anche di più. Nei mesi più bui ho sentito fortissimo il bisogno di rendere tangibile quei legami che ci venivano negati per cause di forza maggiore, e lavorare la stoffa che poi sarebbe stata in mano e sul viso di altre persone era una sorta di prolungamento delle braccia, una specie di abbraccio a distanza.
Al momento della ripartenza, a maggio, ho capito che anche io potevo contribuire a renderla un po' più leggera, un po' più colorata.
Le mascherine che produco non riempiono il piatto di nessuno che sia in difficoltà, non restituiscono le persone che sono state perse. Ma ho capito che tutti abbiamo bisogno di vivere in questo nuovo mondo così instabile sentendoci protetti, cercando piccole cose che ci diano positività.
E qui entrano in gioco le stampe che realizzo sui tessuti, normalmente destinate alla casa e agli accessori.
Quelle stampe, quei colori, possono esprimere quello che siamo, ci aiutano a dire che siamo ancora noi, oppure no, siamo cambiati. Ma messe lì, sulla faccia, sostituiscono il sorriso che rimane nascosto dietro la mascherina, supportano le parole che rimangono ostacolate da un dispositivo necessario ma un po' invadente.
Ecco perché le "mie" mascherine sono tutte stampate a mano, una per una. Perché le posso fare del colore che più ti somiglia, metterci le iniziali della persona a cui le regalerai, far diventare il tuo bambino l'animale che più gli piace.
C'è chi si sentiva figlia dei fiori e me ne ha chiesta una in stile Seventies, mio figlio piccolo ha voluto una serie sui felini, famiglie tutte animalesche o super tifose…
Le mascherine sono tutte in cotone o lino stampato a mano, foderate all'interno con cotone non sbiancato e disponibili in due taglie (adulto e bambino); hanno una tasca per inserire un eventuale filtro e gli elastici regolabili con un semplice nodino.
Si possono lavare ripetutamente a 30°C in lavatrice, ma non sono dispositivi medici: la loro funzione è quella di evitare di diffondere goccioline di saliva, sono quindi adatte per un uso non intensivo.
Adesso che è estate e la situazione si è calmata, almeno in Italia, le dobbiamo usare solo nei luoghi chiusi o con tanta gente. Ma come saranno i prossimi mesi non lo sappiamo; penso alla scuola, a quando farà freddo e non potremo stare fuori attorno ad un tavolo vedendoci sorridere seppure da un metro di distanza.
Questa cosa del distanziamento sociale mi fa soffrire molto, avrei voglia di abbracciare tante di quelle persone, baciare i miei nipoti e i miei genitori…
Se sarà necessario usare la mascherina, che almeno sia uno strumento di espressione e comunicazione, un oggetto identitario che parli di noi, di chi c'è lì dietro… insomma che non sia tanto una barriera quanto un accessorio, come un paio di occhiali o un bel rossetto.
Con questo spirito positivo ho deciso di parlare delle mascherine anche qui sul blog, per raccontare che un prodotto artigianale non nasce quasi mai dalla sola voglia di guadagnare, ma anzi spesso e volentieri da esigenze e sentimenti vissuti in prima persona. E’ questo coinvolgimento emotivo che fa la differenza, perché si sente e si vede l’amore e la cura con cui ogni singolo pezzo viene realizzato.
Se sei interessata/o alle mascherine scrivimi una mail a info@ladaridari.com; potrai indicarmi quale preferisci tra quelle delle foto, o richiederne una tutta tua.