Mani in Pasta è il titolo di un ciclo di incontri e laboratori che sto frequentando con mia sorella e con altri genitori-nonni-insegnanti di scuola materna, organizzato dall’associazione Cultruralmènte, con la collaborazione di Il cerchio Magico e della Cooperativa Linus.
Il primo incontro è stato interessante, ma con concetti sull’autonomia del bambino che è ancora presto affrontare per Michele. Il secondo trattava di libri per bambini, come sceglierli, come leggerli, a quali caratteristiche dare importanza; e lì ho sguazzato tra illustrazioni fantastiche, giochi grafici di una sorprendente semplicità, libri di 40 anni fa tuttora validi.
Mercoledì sera c’è stato il primo laboratorio, con l’obiettivo di creare un giocattolo con materiali di recupero, basato principalmente sull’esempio di Bruno Munari.
Una breve presentazione con alcuni spunti e poi i genitori presenti sono stati sguinzagliati verso un enorme tavolo interamente ricoperto di ogni tipo di materiale, dal cartoncino a tappi di vario materiale, lane, stoffe, piume, contenitori delle uova, bottoni, sughero e via dicendo.
Alle 23.20 la relatrice ci ha chiesto più volte di smettere di giocare, perchè era ora di mettere a posto. E noi: no, aspetta, ancora un minuto, ancora un pochino. Bambini grandi.
C’è gente che ha fischiettato per tutto il tempo la canzoncina di Robin Hood.
E’ stato bellissimo vedere genitori che creano con amore dei giochi per i propri figli, con poco. Niente Winnie the Pooh, niente musichine elettroniche, solo fantasia e amore. A volte basta davvero solo la predisposizione mentale, perchè di tempo questi giochi non ne richiedono molto; qualcuno, preso dall’entusiasmo, è riuscito anche a creare piccole chicche, come la scatolina per riporre il gioco creato, nella fattispecie un memory tattile che prima o poi realizzerò anche io.
Oggi nevica e sto immaginando la gioia dei bimbi che riceveranno questi giochi: quanto speciali saranno ai loro occhi! Li ricorderanno anche da grandi… oggi le loro case saranno piene di sorrisi, anche se non è Natale.
Qui una piccola carrellata dei giochi che ho creato io… e non sto ad elencare tutte le idee che ancora aleggiano nel mio cervello.
Due pannelli tattili: il primo con anelli e cilindri di vari materiali che scorrono su fili di lana colorati, il secondo con dei buchi da cui spuntano fettucce e nastri da tirare, fermati semplicemente con dei nodi.
Un serpentello di cannucce, per creare forme, sfruttando anche la piegatura delle cannucce stesse.
Materiali vari fermati da un fermacampione; questo l’ho fatto in 30 secondi alle 23.22 mentre ripulivo il tavolo…
Fogli di acetato trasparente e righe che ruotando su di un fermacampione creano texture che sembrano muoversi.
E infine ho preso direttamente da Munari l’idea di questo gioco: su dei quadrati di acetato trasparente ho disegnato elementi semplici, righe e pallini con il pennarello indelebile. Sovrapponendoli si possono creare scene diverse e inventare storie.
Tra due settimane ci sarà il laboratorio sui giochi musicali… inutile dire che sto facendo il conto alla rovescia!
4 commenti:
riconosco nelle tue creazioni lo spirito di Munari...per me un genio troppo poco considerato...i suoi laboratori sono così attuali...
molto interessante questa iniziativa e che belle cose che sono venute fuori!
gloria
Mi hai fatto tornare indietro di non so quanti anni... quando da bambina ho avuto la fortuna di partecipare a uno di questi laboratori di Bruno Munari... proprio con lui!!! Li rifarei subito e probabilmente con ancora più entusiasmo di allora ;o)
Bellissima iniziativa!!
Elisa
wow, con lui in persona? che fortuna, Elisa!
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