E naturalmente siamo andati in campeggio, con il nostro camper, e colgo l'occasione per riprendere il discorso sull'Essenzialità e spiegarvi perchè mi piace così tanto andare in campeggio.
1) Il campeggio è come una piccola città: ci sono le "case", le strade, gli spazi comuni, le aree verdi, quelle ricreative, i servizi... Mi piace osservare se questa piccola città è stata ben progettata: ad esempio raggruppando i servizi in un'area sola, più o meno centrale. Oppure se la viabilità consente ai bambini di giocare per strada in sicurezza o se al contrario le auto e i camper passano un po' ovunque. Adoro i piccoli accorgimenti che rendono maggiormente fruibili i servizi igienici, come i ganci per appendere i vestiti e le borse, o una piccola mensola; o anche la disposizione delle docce e degli spogliatoi, la presenza o meno di specchi... Apprezzo sempre le piante e la vegetazione, le fontanelle. E poi, diciamolo, una città in cui tutti vivono in vacanza è sicuramente più rilassata e piacevole da abitare piuttosto che quelle frenetiche a cui siamo abituati! Diciamo che per me è un esercizio nell'immaginare la "città ideale" che ognuno di noi vorrebbe.
2) Lo spazio è ristretto, dentro e fuori. Questo potrebbe sembrare un punto a sfavore, ma ha due vantaggi...
FUORI: sei a contatto con le altre persone, senza barriere artificiali tra una proprietà e l’altra; al massimo c’è una siepe. Ci si educa alla tolleranza, ma anche al rispetto della privacy altrui. E’ singolare che sia un posto dove in estate siamo quasi tutti in costume o comunque poco vestiti; eppure c’è una sorta di regolazione della pubblica decenza. E’ facile fare amicizia, magari mentre si fa colazione... un po' come al bar, ma in pigiama.
DENTRO: si ottimizzano gli spazi e i tempi, si tiene in ordine. Si cerca di dare uno spazio a ciascuno e a ciascuna cosa, a renderne la fruizione funzionale per tutti, perché il soggiorno sia piacevole e rilassante e non un incubo e fonte di stress.
3) Si scopre che si possono fare le cose che normalmente si fanno al chiuso anche all'aperto: ad esempio lavare i piatti, che per me rimane uno dei momenti social per eccellenza, o fare la doccia, lavarsi i denti, asciugarsi i capelli. Ci si sente più a contatto con la natura e i piedi sono spesso impolverati. Anzi, spesso e volentieri si è proprio a piedi nudi.
4) Si scopre che la “casa” non sono tanto le 4 mura che la racchiudono, quanto uno “spazio” in cui si svolge una quotidianità, più o meno condivisa. Basta un tessuto per creare riparo, limite, privacy, comfort. Si sviluppa la flessibilità del pensiero, la creatività dell’usare un oggetto, rendendolo multifunzionale.
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5) Generalmente (generalmente...) si sviluppa il proprio senso civico. Si ha più cura degli spazi comuni, perché tutti li usano e sono indispensabili per ciascuno. Si tiene pulito il lavatoio o il pavimento della doccia, si rispetta la raccolta differenziata. Non si sprecano le risorse come l'acqua o il gas.
Quando torno a casa dopo una vacanza in campeggio mi sento più snella, non nel senso fisico, ma mentale: è come se facessi un decluttering del superfluo che ho in testa e intorno a me, e questo mi aiuta sempre a focalizzare quello che davvero mi è indispensabile e quello che invece mi appesantisce.
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