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venerdì 16 novembre 2018

Shopping e ispirazione: Dal Fruttivendolo

Che io non sia una perfetta donna di casa è una verità insindacabile, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Ma c’è una cosa della routine di famiglia che non mi stanca mai, ed è fare la spesa, in particolare andare dal fruttivendolo.

Quando per tirarti su il morale ti consigliano: fatti un regalo, vai a fare shopping, io non penso mai a vestiti, trucchi, estetista o parrucchiere.

Io penso al pavimento di graniglia e alle luci gialline di un negozio piuttosto vecchio e dove dentro fa sempre freschino, o ai banchetti del mercato dove si parla in dialetto e si contratta un po’ (e in un mondo ideale non ci sono anziane che saltano la fila di straforo o palpottano la frutta continuamente).

Il fruttivendolo è il negozio essenziale per eccellenza, perchè non c’è bisogno di luci o scenografie per rendere bello il prodotto che ci si vende: la natura ha già fatto tutto.

E se ci pensiamo, è anche uno dei pochi posti in cui i difetti o le deformità vengono presi come note positive anziché rifuggirli e coprirli. “Le vere mele biologiche sono quelle brutte” sento dire spesso; alla faccia della perfezione a tutti i costi, e non parlo solo di frutta...  Oppure: “queste banane un po’ mature gliele lascio alla metà”; un piccolo gesto anti spreco che trovo molto semplice ed etico.

Quando mi trovo circondata da tutti quei colori, quelle forme, quelle texture, quelle consistenze, mi sento felice e piena di curiosità e stimoli. E la cosa pazzesca è che tutta quella roba fa pure bene, ed è buona!!!

Da qualche anno mi sono posta una regola della spesa dal fruttivendolo, che è quella di provare ogni volta una cosa che non ho mai assaggiato prima. Lo trovo divertente e stimolante: cercare la ricetta, o chiederla direttamente al negoziante o intavolare discussioni con gli altri clienti, scoprire delle specialità regionali, dei posti da visitare in futuro… insomma anche una melanzana può aprire nuovi orizzonti.

Io credo che in tutte le case ci siano delle costanti, o comunque dei capisaldi della cucina italiana e del territorio in cui si vive. Soprattutto il territorio e le abitudini di chi cucinava per noi da piccoli ci hanno sicuramente influenzato per molto tempo. Avevo una collega di Roma che non si capacitava che io non avessi mai mangiato le fave o le puntarelle fino a 30 anni (e a ragione, dico io).

C’è poi l’aspetto della stagionalità che io adoro: per ogni periodo dell’anno ci sono prodotti che segnano lo scorrere del tempo, che risvegliano ricordi e sensazioni. Ogni inverno, quando vedo le prime cassette di carciofi, che sono una delle mie verdure preferite, ho un moto interiore di gioia: so che stanno per tornare, li stavo aspettando! (lo so, mi basta davvero poco…); non li compro mai subito, un po’ perchè le primizie costano un occhio e non sempre sono buone, un po’ perchè mi piace prolungare l’attesa fino al momento giusto perché il godimento sia pieno. E così per le fragole, le ciliegie, le albicocche, le fave, i broccoli, le melanzane.

A volte sento l’esigenza di fermare tutti questi stimoli, e mi sono ritrovata spesso a fotografare il raccolto dell’orto e del fruttivendolo. Credo che siano una incredibile fonte di ispirazione, e li condividerò periodicamente qui sul blog. Ieri ho comprato questi cimoni colorati e le rape bianche, che ho scoperto l’anno scorso e di cui apprezzo la croccantezza. Credo sia una palette colori delicata e perfetta per questa stagione.

broccoli

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